
È finalmente nata in Italia la prima piattaforma dedicata esclusivamente al Royalty Crowdfunding. Bandbackers, si rivolge principalmente al mondo della musica e si presenta con un’offerta innovativa ed un’interfaccia per i backers di facile fruizione.
Sicuramente li terremo d’occhio e seguiremo la loro evoluzione, per ora ve li presentiamo attraverso un’intervista dettagliata che sviscera sia la dinamica di questa piattaforma sia le forme contrattuali che Bandbackers mette a disposizione delle parti coinvolte nell’operazione di funding.

Ciao, presentateci BandBackers!
BandBackers è una label community based dove i progetti musicali vengono finanziati attraverso una piattaforma di crowdfunding di tipo royalty. Su questa piattaforma gli artisti trovano fondi per produrre e promuovere la loro musica e i backers partecipano agli utili che verranno generati in futuro dallo sfruttamento economico dei progetti finanziati. Siamo attivi da luglio 2015, siamo ancora in beta e stiamo procedendo nella nostra customer acquisition. Attualmente abbiamo sulla piattaforma 11 progetti di cui: 6 finanziati, 1 aperto, 2 non sono andati a buon fine e altri 2 sono in wishlist.
Come funziona?
- Fase 1 – Analisi del progetto per valutarne i punti di forza, le debolezze e il rientro economico previsto;
- Fase 2 – Wishlist: analisi del feedback del network del progetto attraverso la collezione di Like;
- Fase 3 – Raccolta fondi allo scattare del 100esimo Like la campagna si trasforma in una raccolta fondi effettiva per finanziare il progetto. La band si presenterà con un video in cui racconterà se stessa e spiegherà come utilizzerà la cifra raccolta. Noi supportiamo il tutto attraverso i nostri canali e fornendo la nostra consulenza;
- Fase 4 – Goal: dopo 2 mesi di raccolta fondi al raggiungimento del Goal verrà fatto il prelievo sui conti dei backers per la collezione degli investimenti.
Quali sono i contratti per le band?
Siamo una etichetta community based partecipata dai fan, quindi noi raccogliamo le somme con mandato all’incasso degli artisti delineato da una scrittura privata, mentre la Fase 2 è normata da una semplice liberatoria della band per permetterci di utilizzare la loro immagine sulla piattaforma. All’interno della scrittura privata c’è la normazione di tutti i passaggi della campagna fino all’obbligo per le band a contrarre con Banbackers, qualora si raggiunga il Goal, un contratto di edizioni ovvero un contratto discografico.
Editori o Discografici?
Il gruppo può rapportarsi con noi in 2 maniere differenti. Le band possono scegliere se raccogliere i fondi per:
- Stampare un disco
- Promuovere il disco attraverso un ufficio stampa
- Pagare un agente di booking
- Stampare merchandising
- Export Office, sistema di promozione della musica italiana all’estero
Nel caso in cui si tratti di una raccolta legata esclusivamente all’Ufficio Stampa noi chiederemo di sottoscrivere un contratto editoriale, il quale ci legittima ad incassare i proventi individuati dalla SIAE o Soundreef, che poi storneremo ai backers.
Nel caso in cui il gruppo abbia bisogno di più denaro per altri servizi chiederemo di sottoscrivere un contratto discografico che ci permetta di partecipare, o meglio, far partecipare i backers agli utili generati da questo tipo di “altre” attività. Questi servizi non sono forniti direttamente da noi ma abbiamo un network di partner che suggeriamo alle band e che ci garantiscono delle best practices e prezzi molto al di sotto dei prezzi di mercato.
E i backers?
I backers arrivano sulla piattaforma tramite i social e l’attività di pubblicità fatta da noi e delle Band. Sono persone appassionate di musica e hanno voglia di partecipare in una maniera diversa ad un progetto musicale, non vogliono acquistare qualcosa ma vogliono farne parte. Noi ci teniamo ad aggiornarli su qualsiasi evento sia durante che dopo la campagna. Hanno tutti un orecchio allenato e sono molto bravi a capire quanto futuro avrà un progetto. Fondamentale per loro è la possibilità di poter dire di aver fatto parte del progetto stesso, sono dei nuovi fruitori del concetto di musica; utilizzano la musica stessa come colonna sonora della loro giornata e hanno trovato in BandBackers un nuovo modo di vivere la loro passione. Ovviamente ci sono anche backers che non sono dei veri appassionati di musica ma sono dei crowdfunders interessati a scoprire cosa ci sia oltre il semplice pre-ordine di un prodotto.
Come remunerate i backers?
La nostra priorità è permettere ai backers di rientrare del loro investimento, oltre a rientrare del loro investimento, cerchiamo di garantire un rendimento sullo stesso che si aggira intorno al 20% al quale si aggiunge un’altra variabile dello 0-20% calcolata in base alla viralità generata della pubblicità fatta dal backer. In sostanza, nel momento del funding rilasciamo un press-kit con dei link dotati di referral code, il quale ci permette di calcolare la viralità generata dalla condivisione dello stesso; l’algoritmo che suddivide le somme in entrata che vanno poi ristornate, calcola questa percentuale e le assegna una quota in più da dare al singolo backer. Questo standard relativamente costante della remunerazione dell’investimento è sostanzialmente possibile grazie all’espletamento ottimale della FASE 1 all’interno della quale riusciamo a calcolare con buona approssimazione i guadagni che potrà generare il singolo progetto.
Qual è il rapporto con Musicraiser e le altre piattaforme?
Ci dispiace profondamente che nel mercato Italiano ci sia solo Musicraiser come reale competitor perché se hai tanti competitor vuol dire che c’è tanto mercato. Di più, Musicraiser ha dato un contributo fondamentale al Royalty Crowdfunding, è stato un pioniere che ha avvicinato la crowd a questo tipo di progetti, noi lo guardiamo con costante interesse, ne calcoliamo l’andamento e ne analizziamo le variazioni di mercato.
Un saluto finale!
Noi tutti abbiamo tarato i nostri Google Alert sulla Keyword “Royalty Crowdfunding”, monitoriamo costantemente questo tipo di piattaforme su tutto il mercato globale e ci siamo accorti che tutte quelle che operano in questo settore per la musica falliscono in poco tempo. Noi no, abbiamo iniziato e a piccoli passi stiamo andando avanti incassando sempre più consensi, la nostra sfida è dimostrare che tutte le persone che ci apostrofavano con “Music Business = No Money” SI SBAGLIAVANO!
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