
Parliamoci chiaro: è ormai finita l’era in cui il Business Plan apparteneva al dualismo azienda-banca.
Oggi, avere un piano di business ben redatto (non di grandi dimensioni, ma specifico e ben contestualizzato sull’attività che si vuol realizzare) e costantemente aggiornato, è utile soprattutto all’imprenditore/progettista che, grazie ad esso, avrà un faro sempre ben puntato sul sentiero prefissato per il raggiungimento dell’obiettivo, nonché uno strumento capace di trasmettere verso l’esterno la fattibilità operativa ed economica dello stesso.
“Business” e “Plan”: 2 semplici termini che, se uniti, generano una moltitudine di pensieri e interpretazioni.
In realtà, il concetto chiave per la comprensione di cos’è e a cosa serve un “Business Plan” risiede nella seconda parola.
La pianificazione è infatti un momento inderogabile per la nascita, la crescita e lo sviluppo di un progetto di impresa; la storia ci insegna che l’affermazione di ogni business idea passa necessariamente per una corretta pianificazione.
Oggi, tuttavia, la cultura del Business Plan si è parecchio distaccata dalla visione iniziale che i primi esperti avevano dello strumento.
Difatti la sua interpretazione come complesso documento volto alla pianificazione di grandi progetti imprenditoriali riguardanti diversi attori è stata pian piano sostituita da quella che è la “corrente e corretta” visione del Business Plan: un piano con cui dare risposta alle principali domande che un finanziatore, un fornitore, un partner e, soprattutto, che lo stesso imprenditore si pone nei confronti di una business idea.
Ecco perché oggi, il Business Plan, è uno strumento che va utilizzato per qualsiasi progetto di business, visto che, anche a causa del contesto macroeconomico estremamente diverso rispetto a pochi decenni fa, sia la FinTech Start-up che il bar sotto casa, per raggiungere il proprio obiettivo, hanno bisogno di:
- definire con chiarezza la business idea e la strategia, al fine di supportare le attività realizzative, attivare le partnership e ottenere i finanziamenti.
- tracciare la rotta da seguire, aggiornandola continuamente tramite le esperienze via via maturate sul campo.
Fatta tale premessa, risulta lampante l’interconnessione presente tra una campagna di Crowdfunding e l’elaborazione di un Business Plan.
E’ proprio da queste considerazioni che nasce PLAN UP, la mini-rubrica a cura di Itinera in collaborazione con ItalianCrowdfunding che ti guiderà in sei semplici puntate nella corretta elaborazione di un business plan efficace e vincente.
Ogni progetto finanziabile col metodo del CF, soprattutto se prevede rewards tangibili derivanti dalla realizzazione del progetto stesso (ad esempio il prodotto finito), deve convincere il Crowd per poter raggiungere il Funding; ecco perché, le possibilità di successo di una campagna saranno estremamente maggiori, qualora questa riesca a dimostrare la fattibilità del progetto e l’idoneità della forma di finanziamento scelta.
La costruzione di un Business Plan, in questo contesto, aiuta moltissimo il progettista. Quest’ultimo, pur non mostrando in maniera diretta ad ogni potenziale backer il proprio piano di business, avrà la possibilità, grazie alle valutazioni fatte nel piano e ai potenziali risultati che ne scaturiscono, di trasmettere in maniera credibile ed efficace i risultati attesi dal progetto e la conseguente possibilità di ricompensare i pledge ricevuti.
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