
Nella prima puntata di Plan Up Up abbiamo parlato del perchè il business plan risulta fondamentale per la riuscita della tua campagna di crowdfunding. Oggi invece ci addentriamo nella pratica, la rubrica a cura di Itinera ti guiderà in sole sei semplici puntate nella costruzione di un business plan efficace.
Ed eccoci alla tanto attesa sostanza! Quali sono gli aspetti chiave di un Business Plan? Quali i punti su cui bisogna soffermarsi per trasmettere in maniera efficace il messaggio?
A queste domande solitamente diamo risposta con….altre domande!
Le domande, in base alla strategia del “Coaching”, sono lo strumento ideale per far emergere il bisogno.
Secondo la pratica del Coaching, infatti, la miglior cosa da fare per far si che una persona risolva un problema non è affermare e quindi suggerire, bensì domandare; indurre quindi la persona, tramite le domande, a trovare la sua soluzione.
Più è profonda e specifica la domanda, più dettagliata e pratica sarà la risposta.
Va da se che il modo migliore per trasmettere i punti focali di una business idea è costruire un piano con cui si da risposta a quelli che sono i principali interrogativi che il lettore si pone nel momento in cui valuta un progetto imprenditoriale.
Una buona metodologia di redazione del BP parte dall’assunto che 6 sono i marco argomenti su cui porre l’attenzione; in sostanza 6 blocchi di risposte ad una serie di domande che chi redige il piano deve obbligatoriamente porsi.
Per praticità ne analizzeremo uno per ognuna delle prossime 6 puntate di Plan Up, partendo dall’analisi del prodotto e del cliente.
Si tratta di una parte fondamentale del piano di business, in cui bisogna dare risposta alle prime due grandi domande: cosa voglio fare? a chi voglio venderlo?
Partiamo dall’analisi del prodotto o servizio.
Descrivere cosa un aspirante imprenditore vuole proporre ai potenziali clienti è un’attività più ostica di quanto si possa immaginare.
L’obiettivo non è fare una descrizione “fredda” delle caratteristiche, bensì trasmettere il reale valore che il prodotto/servizio apporta all’acquirente.
Come dicono alcuni massimi esperti del settore operanti nella capitale “devi famme capì a che me serve”; questa a dir poco colorita affermazione contiene l’essenza del tanto amato termine “Value Proposition”.
Il modo migliore per trasmettere gli aspetti di valore di un prodotto/servizio è raccontare come questo impatta nella vita del cliente, cosa cambia nel suo paradigma e quale reale beneficio ne ottiene.
Storia a se invece fa l’analisi del cliente.
Un’azienda, uno studio professionale o il solito bar sotto casa pianificano, attuano e monitorano ogni singolo attività in funzione del cliente;
L’abusata espressione client oriented non solo continua ad essere alla base della vision di tutti i grandi player, ma diventa sempre più il fattore di successo in un contesto economico in cui la differenziazione resta il principale strumento per battere la saturazione dei mercati.
Questo ci illumina sull’importanza di capire quale è il cliente target della nostra business idea, quali sono le sue caratteristiche e quali i suoi bisogni che vogliamo soddisfare con la nostra offerta.
Ricorda: non c’è pubblicità migliore di un cliente soddisfatto.
Ecco quindi l’importanza di individuare con cura il segmento di clientela; comprendere appieno gli aspetti più sottili del target di users, ci aiuta a strutturare un efficace esperienza da offrire ed a modellare la nostra offerta di conseguenza.
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