Aiuto, mi è diventata virale la campagna di crowdfuding

Pur non comprendendo a pieno il valore dello strumento “crowdfunding” questo termine è ormai entrato nella nostra quotidianità, diventando  virale.

Più ancora di questo è entrato nell’immaginario collettivo il processo di finanziamento di un progetto, un’idea (o qualsiasi altra cosa) attraverso una piattaforma.

Pur non conoscendo nemmeno l’esatto spelling della parola o quale è il significato della parola crowdfunding i mass media tradizionali (e non) ne sono permeati. Esempi eclatanti li troviamo in una puntata della serie TV americana “2 Broke Girls” e perfino in un episodio dei Simpson dove Homer, tramite una campagna su Kickstarter, riesce a raccogliere il denaro che gli serve per acquistare una poltrona (si, ovviamente l’ho inserito il video nell’articolo. Ah! quanto amo i Simpson).


I Simpson Stagione 27 Episodio 6 completo Italiano di sonardj

Si inizia quindi a parlare ad un pubblico che, a differenza di qualche anno fa, comincia ad avere un’idea generale, quanto meno, dell’esistenza di un qualcosa che, attraverso una piattaforma, ti permette di ricevere dei finanziamenti. Un pubblico che si presta ad essere fertile sul quale la viralità impatta sempre di più.

Fino ad ora l’imprevedibilità di una raccolta milionaria aveva comunque una normalità nella sua distribuzione classica ad U, a L o L rovesciata. Un pubblico, oggi più ricettivo, ha una sensibilità elevata a progetti virali (grazie anche a web magazine creati ad hoc come NowThis, ViralThread e Futurism) che aggiungono un ulteriore elemento di imprevedibilità alle campagne ridisegnandone l’andamento che si connota con forme a LU o  doppia L o ULU e così via (come successo alla campagna su Indiegogo di Octopus).

Questo ulteriore esempio mostra come le campagne (non tutte chiaramente ma quelle con alta viralità, quelle di raccolte milionarie, quelle che vi sognate insomma) siano aggiogate a meccanismi markettari che stridono con il concetto di finanziamento dal basso, costruito sulle prime cerchie; quello di persone accompagnate in piattaforma, della zia, la cugina e l’amico del fratello che con 10€ a testa mi permettono di comprare la stampante 3D e fare pupazzetti per tutto il quartiere.

Gestire una campagna di dimensioni milionarie presuppone investimenti, strategia e supporto. Supporto specializzato che, sulla principale piattaforma mondiale Kickstarter, si traduce in un solo nome Funded Today, che forse però in pochi di voi conosceranno. Meno ancora sapranno che per accedere ai servigi di quest’agenzia di consulenza la fee di processazione del progetto (ATTENZIONE: leggere con cura, processare un progetto non significa che il vostro progetto verrà seguito da loro, qui stiamo solo parlando di una valutazione che porterà, in caso di esito positivo, all’accettazione da parte loro del vostro progetto) è di esattamente, precisamente: 3.500$. Ovviamente non sono poche le esperienze negative con questo tipo di approccio (qui se masticate l’inglese potete leggerne una molto dettagliata), esperienze negative che in Italia sorgono ancora prima di cominciare. Nel nostro paese la media di raccolta di una campagna si aggira intorno ai 5.000€, è facile comprendere come, al netto dei sogni mistificati imposti dalla comunicazione televisiva, chi in Italia si approccia al crowdfunding parte già con l’idea sbagliata di che campagna potrà costruire, che pubblico raggiungere e soprattutto quanti soldi raccogliere.

Allora, caro genio, inventore e creatore della prossima ruota, ti do un consiglio: vai su Kickstarter, chiama un’agenzia che ti supporti e regalagli 3.500$, così potrai cambiare anche tu il mondo e contribuire a creare un’azienda milionaria, virale, quella che hai sempre desiderato: Funded Today.

Informazioni su Nicola Furnari 14 Articoli
Siciliano adottato dalla nebbia, laurea in marketing e passione per il digital. Amo cibo, vino e mare e loro amano me. Vai su http://200crowd.com

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