
Si parla di Crowdfunding ormai da tempo… sì, ma chi ne parla?
La gente conosce ancora poco il Crowdfunding e le opportunità che esso offre per dare sfogo a progetti mai realizzati e forse mai realizzabili. La crisi del credito ci pone sempre più dinnanzi al bivio tra il “lasciar perdere” o il “continuare”.
Ci sono strumenti oggi che sono in grado di rispondere a queste esigenze e il Crowdfunding può essere uno di questi. Sì, ma chi sa davvero cos’è e come funziona? Ancora in pochi, eppure tanti sono i miti e le leggende da sfatare in circolazione, così come sono tante le domande e le incomprensioni… “ma i soldi sono a fondo perduto?”
Partirò dalle basi, dall’idea che ci spinge a pensare “massì, perché non farlo col Crowdfunding?” ed elencherò quelli che secondo me sono i peggiori e più diffusi miti da sfatare sul Crowdfunding.
Mito #1: Tutto è finanziabile
Assolutamente no! Solo “cause”, prodotti e servizi che generano un interesse o utilità nei confronti di chi contribuisce sono dei progetti adatti.
Non dobbiamo credere che il Crowdfunding sia la medicina per tutti i mali e che con esso abbiamo trovato la soluzione per i nostri problemi finanziari… “tanto la gente ci da i soldi!”
Per capire se un progetto possiede i pre-requisiti per diventare campagna di Crowdfunding basta porsi una semplice domanda “io contribuirei?”. La campagna avrà buoni margini di successo solo se esiste gente realmente interessata a contribuire e che vede nel progetto un valore aggiunto, il soddisfacimento di un “bisogno”.
Perché nel Crowdfunding come altrove è di questo che parliamo, del soddisfacimento del bisogno, un sacro santo caposaldo dell’economia… dal bisogno di possedere un prodotto o servizio, al bisogno di guadagnare degli utili, così come a quello di partecipare a qualcosa di più grande e sfamare la propria propensione filantropica. Ma per fare ciò serve qualcosa di concreto, reale.
Mito #2: Basta avere un’idea!
Per fare Crowdfunding non basta un’idea, serve un progetto!
Proget…che? Per sfamare gli “appetiti” serve qualcosa di reale, tangibile, concreto, come si suol dire “che si mangia”! L’idea e l’intuizione sono la base da cui partire per mettere giù i primi schizzi e le prime riflessioni: Di quanto ho bisogno? Come posso farlo? Come comunicarlo? A chi mi rivolgo? Interessa a qualcuno?
Più abbiamo chiare le risposte a queste domande e più sarà facile capire se l’idea che abbiamo in mente è realizzabile. Assodato questo, raccontare il nostro progetto e farlo immaginare nelle mente delle persone sarà molto più semplice di quanto ci immaginiamo.
Mito #3: Il Crowdfunding è una “colletta” online
Immaginare il Crowdfunding come una “colletta” sarebbe riduttivo oltre che sbagliato.
Se pensassimo che il Crowdfunding fosse semplicemente una “colletta” elimineremmo di fatto dalla rosa dei progetti pubblicabili tutti quelli (o quasi) con finalità puramente commerciali.
Il dono è un nobile gesto che sin dalla notte dei tempi ha permesso importanti realizzazioni, ma il Crowdfunding nasce per sopperire ad una mancanza a cui la semplice “colletta” non risponde. Per quanto il Crowdfunding stimoli partecipazione e condivisione, sono una moltitudine i progetti che nascono per generare profitto (sia proprio che per chi contribuisce). La colletta è qualcosa di diverso.
Mito #4: Lancio la mia campagna e aspetto il goal!
Serve altro… Tanta comunicazione, una community individuata e impegno!
Per arrivare al giorno X con obiettivo raggiunto, se non superato, non basta lanciare la propria campagna di raccolta su una piattaforma X. Bisogna comunicare la propria idea e il proprio progetto alla gente, e per fare questo dobbiamo aver chiaro chi sono le persone che vogliamo raggiungere, la community alla quale vogliamo rivolgere le nostre attenzioni.
Non dobbiamo agire alla ‘ndo cojo cojo… così rischieremmo di non cojere proprio nessuno!
Una volta chiaro il nostro target ci verrà facile capire come impostare la nostra comunicazione. Ovviamente non dimentichiamo: costanza e impegno!
Mito #5: Tanto c’è la community del Crowdfunding!
Sì, la fantomatica “Community del Crowdfunding”. Ma cos’è?
Risposta #1: Non esiste “la community”, esiste “la TUA community”!
Non esiste la “community del crowdfunding” – o perlomeno, non è a quella che dovremmo puntare -, esiste la community potenzialmente interessata al tuo prodotto/servizio. Ovviamente nulla toglie che ci possa essere gente che segue in maniera assidua le varie piattaforme di Crowdfunding e che possa finanziare più di un progetto alla volta (questo accade soprattutto su piattaforme come Kickstarter), ma pensarlo in modo prioritario ci distoglierebbe da quello che dovrebbe essere il nostro reale target e quindi dalla community a cui dovremmo rivolgerci.
Risposta #2: Lo zoccolo duro della tua community è la gente a te vicina
Puoi anche avere progetti tanto grandi da suscitare l’interesse planetario, ma bisogna sempre partire dalla gente a te vicina, quella che già conosci e raggiungibile col minore sforzo. Amici, parenti, colleghi, partner, clienti affezionati, e la lista potrebbe andare avanti. Se non ci credono loro in primis, perché dovrebbero farlo altri?
Non pensare che il Crowdfunding ti debba far necessariamente attingere da persone a te lontane e sconosciute. La vera forza del Crowdfunding sta nello sfruttare le potenzialità della rete che hai costruito per farne volano di una più ampia diffusione.
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