Enki Stove, un viaggio tra Equity e Reward Crowdfunding

enki stove copertina

C’era una volta (e c’è tuttora) Enki Stove, una giovane startup innovativa che iniziava il suo percorso di nascita e crescita nel grembo di madre equity crowdfunding. Era il tempo di ricercare investitori e innovatori disposti a credere nel proprio progetto, ma da allora tempo ne è passato e a meno di un anno Enki Stove ritorna a bussare alle porte del crowdfunding con altre intenzioni.

Lo fase “Equity Crowdfunding”

Enki Stove - Equity Crowdfunding

L’anno scorso (2015) Enki Stove ha lanciato un’offerta pubblica sulla nota piattaforma di equity crowdfunding StarsUp. Il loro obiettivo era quello di raccogliere 240.000 euro per sviluppare e creare dispositivi capaci di produrre energia sostenibile, sia ecologicamente che economicamente, da utilizzare per la cucina e per il riscaldamento. La loro campagna è andata “in funding” con circa 30 giorni di anticipo e da allora il team ha lavorato duro per arrivare su Kickstarter e offrire così al pubblico del crowdfunding il loro prodotto fatto e finito.

La fase “Reward Crowdfunding”… o meglio Kickstarter!

enki stove kickstarterLa loro campagna su Kickstarer è partita il 28 aprile e va più che bene. Ad una settimana dalla fine hanno superato e triplicato il goal prefissato. Da 30 mila iniziali sono arrivati a ben 90 mila euro. Il prodotto si chiama Enki Stove Wild ed è un fornello da campo, capace di funzionare con ogni genere di biomassa. Il materiale combustibile in esso introdotto viene trasformato in bio-gas necessario a mantenere accesa la fiamma che servirà per cuocere il tuo cibo. A tutto ciò si aggiunge un ulteriore elemento: il residuo prodotto da Enki Stove Wild è il BioChar, un carbone vegetale che intrappola CO2 e altri componenti causa dell’effetto serra, utile per aumentare le caratteristiche di permeabilità e areazione del terreno. Quindi un prodotto non solo utile e comodo ma che contribuisce anche a tenere pulito e sicuro l’ambiente.

Quattro chiacchiere col team

Enki Stove team

Ciao Andrea, come nasce il vostro viaggio tra i diversi modelli di crowdfunding?

Tutto è nato da un’antipatica bolletta del gas. Io e Ivan, sardi di origine, studiamo all’Università di Pisa come studenti fuorisede e, nel (lontano) 2011, eravamo coinquilini. Stanco di pagare delle bollette esorbitanti, Ivan iniziò a studiare un metodo efficace per riscaldare il nostro angolo studio e venne a conoscenza del processo di pirolisi. Sfruttando la sua passione per la tecnologia e le nozioni imparate all’Università, dopo mesi di prove ed esperimenti e la consulenza tecnica del nostro amico Davide, è riuscito a costruire un dispositivo che finalmente faceva a caso nostro: una fonte di calore efficiente, stabile, a basso costo, semplice da gestire e che non producesse fumi nocivi durante l’intero processo. In poco tempo le persone, vedendo all’opera questo particolare dispositivo, ne richiedevano uno simile per cucinare o per riscaldarsi. A questo punto, Ivan e Davide capirono di avere in mano una tecnologia utile e preziosa e decisero di farne un business, coinvolgendo nel progetto me, Gianluca e Simone.

L’anno scorso avete deciso di scommettere sull’equity crowdfunding quale motore della vostra idea. Posso chiedervi qual è stato il percorso che vi ha portato a questa scelta?

Capimmo subito che fare di un’idea un business non è cosa semplice. Decidemmo di affidarci al mio professore di Economia Aziendale che ci consegnò ad una sua amica, membro dell’acceleratore di startup e club d’investimento SAMBA. Dopo mesi di lavoro eravamo finalmente pronti per partire e fummo presentati ai gestori della piattaforma StarsUp. Molte persone che abbiamo incontrato durante questo percorso sono diventate nostri soci attivi, non solo in maniera finanziaria ma soprattutto apportando un valore aggiunto dal punto di vista strategico e di networking. La campagna di Equity Crowdfunding ci è servita a strutturare la fase iniziale della nostra azienda, mentre la campagna di Reward ci è sembrata fin da subito un ottimo canale per far conoscere quello che facciamo con la nostra tecnologia.

Ora reward crowdfunding, quindi Kickstarter… A cosa dobbiamo questo passaggio? E perché proprio Kickstarter?

Visto l’enorme successo della campagna di Equity Crowdfunding abbiamo deciso di lanciare il nostro primo prodotto, Enki Stove Wild, su Kickstarter in modo da raggiungere il mercato USA e nord Europa, molto floridi nel settore outdoor e camping, e grandi amanti di questa piattaforma. Con i soldi della campagna ottimizzeremo la linea di produzione per tenere dei prezzi competitivi senza compromettere il made in Italy, la qualità dei materiali e delle rifiniture.

La campagna sta andando benissimo, vi aspettavate questo successo?

Abbiamo avuto un ottimo riscontro finanziario avendo raccolto ad oggi 85000 euro da più di 380 backers (di cui la maggior parte americani) e mediatico, grazie a recensioni da blog e magazine online di tutto il mondo. Le migliori? Alcuni articoli in cinese dei quali ancora non siamo completamente a conoscenza dei contenuti.

Cosa riserva il futuro? Ci dobbiamo aspettare un’altra campagna?

Nel breve periodo abbiamo intenzione di dedicarci pienamente alle due linee di prodotti, ma stiamo già lavorando ad altri progetti che ci permetteranno di declinare la nostra tecnologia in tutti quei campi dove c’è bisogno di energia e calore, per offrire alle persone dei dispositivi efficienti che facciano risparmiare e rispettino l’ambiente. Un’altra campagna di Crowdfunding? Non nel breve periodo ma, vedremo…

Informazioni su Giovanni Cicala 20 Articoli
Appassionato di tecnologia, innovazione, comunicazione e teatro. Durante il suo percorso professionale decide di dedicare le sue attenzioni al Crowdfunding e alle potenzialità che lo strumento offre per rilanciare l’attività imprenditoriale del nostro Paese.

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