BREATH – tempo di ricarica: Arte, Ambiente e Crowdfunding

Breath project
“Breath – tempo di ricarica” è un’imponente opera di land art ideata dall’artista valenciano Escif e resa possibile grazie all’impegno di Antonio Oriente dell’associazione Incipit. L’obiettivo del progetto è il rimboschimento del Monte Olivella a Sapri (SA).

Il disegno di una gigantesca batteria, verrà riprodotto da 5000 alberi che verranno piantati sulla vetta del monte con lo scopo di ricordare che, proprio come la batteria di uno smartphone a fine giornata, la terra sta esaurendo le sue risorse e ha bisogno di essere ricaricata. Breath – tempo di ricarica quindi, con la sua superficie di 120.000 metri quadri, non si propone di essere solo l’opera di land art più grande in Europa, ma soprattutto vuole essere un monito rivolto a tutta la popolazione mondiale affinché ricordi che le risorse della Terra sono in esaurimento, affinché capisca che “è il momento di cambiare, è il momento di diventare consapevoli, è il momento di RESPIRARE”.

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Il progetto sarà realizzato grazie ad una campagna di crowdfunding sulla piattaforma Indiegogo (iniziata il 15 febbraio) ed al ricavato del concerto del cantante irlandese Damien Rice, che si esibirà a Napoli per la prima volta nella sua carriera. Più nello specifico il primo goal è fissato a 60.000 Euro delle quali, 30.000 provenienti da risorse locali e dal concerto di Damien Rice e le restanti 30.000 dalla campagna di crowdfunding. L’incidenza dei costi della campagna di funding si attestano intorno al 15% del totale raccolto.

La struttura dei reward è molto curata e accattivante, prevede un’articolata scaletta grazie alla quale si può calibrare il proprio apporto anche in funzione dei gusti personali, in quanto l’artista ha messo a disposizione la propria arte in formule diverse.

Al netto delle considerazioni personali di chi scrive (entrambi amanti dell’arte, interessati al mondo del crowdfunding, nonché convinti ambientalisti), l’iniziativa messa in piedi dai ragazzi di “Breath – tempo di ricarica” merita una menzione speciale. A testimoniarlo, oltre al fatto che le “original drawings” di Escif sono quasi terminate, oltre al Sold Out del concerto di Damien Rice, c’è un dato che evidenzia come in poco più di un mese sia stato raccolto il 72% del 1st goal.

Per raccontarci qualcosa in più su “Breath – tempo di ricarica” abbiamo contattato uno dei suoi ideatori nonché curatore dell’iniziativa, Antonio Oriente, al quale abbiamo rivolto 4 domande su 4 aspetti specifici della sua campagna,

Ciao Antonio, …
Come hai conosciuto il crowdfunding e qual è stata la tua prima esperienza?

Ho conosciuto il crowdfunding diversi anni fa e ne sono rimasto immediatamente affascinato. È una pratica partecipativa, inclusiva e sociale che ha diversi precedenti nella storia umana: dagli istituti di microcredito per combattere la povertà, al finanziamento di progetti culturali, ci sono vari esempi in cui il crowdfunding può sostituirsi ed ovviare a dei vuoti economico/politici. Negli ultimi anni grazie ad internet ha avuto un’esplosione incredibile, noi abbiamo pensato che fosse lo strumento più adatto a finanziare Breath ma soprattutto a rendere partecipe il maggior numero di persone possibili al processo di realizzazione dell’opera.

Quali sono le motivazioni che ti hanno portato a scegliere Indiegogo?

Escif aveva già realizzato con successo una raccolta fondi nel 2015 con Indiegogo per finanziare il suo libro, ci siamo fidati della sua esperienza. Successivamente siamo venuti a conoscenza anche di altre piattaforme italiane che avrebbero meritato di essere prese in considerazione.

Qual è il contesto culturale all’interno del quale ha preso vita Breath? Che ruolo ha avuto Incipit all’interno del progetto?

Ho avuto l’idea della riforestazione della montagna attraverso un disegno nel dicembre 2014. Da allora abbiamo condiviso un lungo percorso con tutti gli associati di Incipit e con Marta Veltri – grafica e addetto stampa, oltre ad occuparci di tutti gli aspetti organizzativi del progetto abbiamo riflettuto e discusso a lungo. Osservare la montagna ed immaginarci un’opera non è stato semplice. L’entusiasmo iniziale strideva con la paura di “violentare” la natura, una montagna porta sempre con sé una dimensione sacra. Ci siamo convinti a realizzare Breath per due motivi: perché è stato l’uomo a disboscarla – alterando gli equilibri dell’ecosistema locale, e perché, come ha detto Escif “Non abusiamo della natura in nome dell´arte. Abusiamo dell´arte in nome della natura”.

Com’è nata la collaborazione con Escif?

Abbiamo conosciuto Escif nel 2014 quando lo invitammo a dipingere una parete a Sapri. Il suo approccio allo spazio pubblico ha cambiato in maniera sensibile anche il mio. Come lui stesso afferma sul sito www.streetagainst.com “Noi crediamo che un intervento in strada abbia senso non perché ci sia un artista dietro, ma perché esiste un osservatore davanti.

La strada non è una galleria, nemmeno un museo o un negozio di regali. Il mercato ed alcuni politici monopolizzano la strada per i propri benefici, contro le persone. Noi abbiamo l’opportunità di affrontare questo tema con un linguaggio diverso. Non dobbiamo utilizzare l’arte solo come un mezzo per promuovere noi stessi, ma per proporre un uso differente dello spazio pubblico.”

Dopo gli studi di fattibilità con un agronomo, un geologo ed un architetto, abbiamo inviato il progetto ad otto artisti chiedendo di presentarci delle idee.

Ne abbiamo ricevute alcune davvero interessanti, ma nessuno come Escif ha immaginato qualcosa che stimolasse lo spettatore a riflettere e soprattutto ad agire, un messaggio globale ma fortemente radicato localmente. La batteria è una metafora potentissima sul consumo irresponsabile delle nostre risorse, ma allo stesso tempo un messaggio positivo perché grazie agli aceri si rinnoverà ciclicamente.

Possiamo e dobbiamo prenderci cura del nostro pianeta ed invertire la rotta prima che sia troppo tardi.

Autrice: Dott.ssa Maurizia di Nata

Informazioni su Giovanni Gaeta 5 Articoli
Giurista classe ’88, laureando in Giurisprudenza presso l’Università di Tor Vergata di Roma con una tesi sui mercati finanziari che ha ad oggetto il Crowdfunding. Appassionato, neanche a dirlo, di diritto dei mercati finanziari, diritto societario e contrattualistica; dal 2015 collabora con uno studio legale per approfondire la conoscenza sul campo.

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