
Il 25 maggio 2017 è una data che il mondo del calcio italiano e la città di Torino difficilmente dimenticheranno. Esattamente due mesi fa, infatti, veniva inaugurato dopo circa due anni di lavori il nuovo Stadio Filadelfia. La rinascita grazie ad una campagna di crowdfunding.
Dopo 23 anni di abbandono lo storico impianto che ha ospitato le gloriose partite del Grande Torino è ritornato dunque a risplendere. L’impianto, in affitto al Torino Football Club per 20 anni (e 6 di opzione futura, ndr.) è stato realizzato grazie alla spinta propulsiva della Fondazione Stadio Filadelfia che ha coordinato i lavori, gestito gli investimenti e, cosa che più ci interessa, organizzato la campagna di crowdfunding “Insieme per il Fila” che ha contribuito per più di 800.000 euro alla realizzazione del progetto.
Non è la prima volta che il calcio in Italia accoglie le potenzialità del crowdfunding (dopo il crac finanziario del Parma, il club ducale raccolse nel 2015 più di 200.000 euro tramite Eppela; il Genoa è a lavoro su un progetto di azionariato popolare per l’acquisto delle quote maggioritarie della società ligure; l’Ancona avviò un progetto di azionariato popolare nel 2015 nonostante questo si sia rivelato poi fallimentare, ndr.), ma è la prima volta che un impianto sportivo viene realizzato sul nostro suolo anche grazie alla collaborazione diretta dei tifosi (l’Atalanta ha da poco lanciato un’iniziativa simile per imbrigliare la partecipazione economica dei fan ed indirizzarla al miglioramento delle infrastrutture societarie, ndr.).
Per analizzare la straordinarietà dell’evento abbiamo contattato Paride Pasini, che ringraziamo calorosamente per la collaborazione, uno dei membri dello staff della Fondazione Stadio Filadelfia che ha ideato e messo in pratica la campagna di crowdfunding e l’attività di comunicazione e marketing a supporto di quest’ultima.
Di seguito l’intervista:
Un impianto storico, quello del Filadelfia che torna a risplendere, anche grazie ad una nuova tecnica di finanziamento innovativa e tutta digitale. Il crowdfunding entra dunque nella storia granata…
“Possiamo dire di sì, il crowdfunding è entrato ufficialmente nella storia del Toro! Non bisogna però dimenticare che con i soli fondi raccolti tramite la campagna “Insieme per il Fila” non saremmo riusciti ad ultimare la ricostruzione; infatti la maggior parte dei finanziamenti sono arrivati dal Comune di Torino, dalla Regione Piemonte – che hanno entrambi versato 3,5 milioni di euro – e dalla Fondazione Mamma Cairo – 1 milione- senza i quali non sarebbe stato possibile nemmeno cominciare i lavori”.
Quanto avete lavorato alla realizzazione della campagna di crowdfunding prima del suo lancio e perché avete pensato a questa tecnica di micro-finanziamento?
“La realizzazione della campagna è partita 5 mesi prima del suo lancio, il 17 ottobre 2015. Con l’ausilio di alcuni esperti del settore si è deciso di utilizzare questa tecnica per rendere partecipi i tifosi del Toro nella rinascita della loro casa. In primis ci siamo occupati di eseguire uno studio di fattibilità, si è passati alla scelta della tipologia della campagna e a quella delle possibili fasce di donazione, poi si è arrivati alla progettazione della piattaforma ed infine alla campagna pubblicitaria”.
La raccolta è durata due anni ed è arrivata a circa 800.000 euro. E’ un risultato che rispecchia le vostre aspettative?
“In due anni abbiamo raccolto 800.000 euro, ci aspettavamo qualcosa di più, ma i tifosi granata sono stati come sempre fantastici. Se siamo arrivati a questo traguardo è tutto merito loro”.
“Insieme per il Fila”, fino a quando sarà ancora possibile donare e come verranno spese le prossime donazioni?
“Sarà possibile effettuare una donazione fino al completamento dei due lotti mancanti ossia: il secondo lotto prevede restauro dei monconi delle curve, con le aree aggregative sotto di esse e il completamento della foresteria e degli uffici all’interno della struttura; Il terzo lotto è il Museo del Toro”.
Avete utilizzato una tipologia di tipo reward su piattaforma indipendente con 8 tipi di rewards per 8 differenti livelli di donazione, da un minimo di 50 ad un massimo di 10.000. Come sono state distribuite queste donazioni ed in quanti hanno donato?
“La maggior parte delle donazioni sono state da 100€, circa 2500, visto che questa tipologia di donazione ha dato la possibilità di inserire sulla parete dei Cuori Granata, posta nel piazzale della Memoria, il proprio nome o quello di un amico o di un parente. La seconda tipologia più gettonata è stata quella del seggiolino visto che anche in questo caso c’era la possibilità di avere un “Posto nella Storia” granata. Nello specifico sono pervenute il seguente numero di donazioni: 120 da 2000€; 471 da 1000€; le restanti donazioni sono suddivise in ordine da 50, 750 e 500 euro”.
Ci parli delle strategie, online ed offline, di marketing e comunicazione a sostegno della campagna.
“Due le principali strategie di promozione della campagna. Inizialmente abbiamo utilizzato una campagna di tipo “tradizionale” con cartelloni pubblicitari, annunci sui giornali e volantini posti sui seggiolini dello Stadio “Grande Torino”. In seguito sono stati utilizzati anche banner pubblicitari su due noti siti d’informazione sul Torino F.C. oltre ad un altro banner mostrato allo stadio durante le partite casalinghe della squadra granata. Per quanto riguarda i social media non ci siamo basati su una vera campagna pubblicitaria, abbiamo solo mostrato l’avanzamento dei lavori per far capire ai tifosi che il Filadelfia stava rinascendo sul serio dopo 20 anni. Lo scopo non era raccogliere donazioni, ma rendere partecipe l’intero mondo granata della rinascita del suo Tempio”.
Che ruolo ed importanza hanno avuto i vostri sponsor?
“Gli sponsor hanno avuto un ruolo fondamentale nel completamento del Piazzale della Memoria, senza il loro apporto non si sarebbero potuti realizzare i pennoni commemorativi che erano inizialmente previsti nel secondo lotto”.
La partecipazione dal basso ed il coinvolgimento di una comunità di tifosi/membri possono confluire in un modello sostenibile per le spese di gestione e di affitto di questo impianto?
“Potrebbero anche se non sarà questo il caso visto che nel testo del contratto di locazione al Torino F.C., approvato pochi giorni fa, l’affitto e la manutenzione sono interamente a carico della società di via Arcivescovado”.
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