Storie di Crowdfunding: intervista a Fiorino, cantautore spezzino

Intervista a Fiorino

Il numero degli artisti che fanno ricorso al finanziamento dal basso per “lanciarsi”, prodursi e farsi conoscere continua a crescere. Editori, produttori cinematografici e musicali lasciano sempre più lo spazio ad un sistema in cui non è più solo chi media ad avere il potere, ma chiunque ha dei contenuti di qualità ed una vasta platea di (seppur) piccoli sostenitori. In Italia esempi di questo tipo sono le piattaforme di crowdfunding come MusicRaiser per la musica e Upspringer per l’editoria, che permettono agli artisti – giovani e non – di promuovere il loro progetto artistico.

Matteo Fiorino è un marinaio ed un cantautore… quindi un marinaio che canta o un cantautore che naviga? Questa è la cosa forse meno rilevante di lui. Probabilmente Fiorino stesso ci direbbe che in fin dei conti la differenza sarebbe ben poco importante (“per ora sono un cantautore che naviga, perché come marinaio sono appena sufficiente. Comunque lascio a te la risposta!”).
Il suo album di esordio si chiama Il masochismo provoca dipendenza ed è stato pubblicato a gennaio 2015 per Frivola Records. Per intraprendere il suo viaggio musicale Fiorino si è “imbarcato” nel crowdfunding e la sua barca porta il nome “MusicRaiser”. Infatti è proprio attraverso l’aiuto di questa piattaforma che Fiorino, cantautore spezzino, ha cercato di scrivere la sua “fortuna” insieme a chi ha creduto nel suo progetto e ha voluto che si realizzasse.


1. Ciao Fiorino, raccontaci innanzitutto un po’ di te. Come ti sei formato?

Ciao a tutti. Sono ligure, amo dormire, ho una laurea in storia dell’arte medievale e d’estate faccio il cuoco sugli yacht. A otto anni ho scoperto i Beatles, a quindici il grunge, il progressive, il jazz e la bossanova (tutti assieme), a venti i cantautori italiani, a venticinque gli Skiantos, Pergolesi e i Fugazi. A ventisette anni ho deciso che era giunto il momento di scrivere. Prima di iniziare a scrivere, e a cantare, avevo suonato come chitarrista in alcune band tra Spezia e Bologna.

2. A gennaio di quest’anno è uscito il tuo album di esordio, Il Masochismo provoca dipendenza. Da quale esigenza nasce questo lavoro e qual è la sua storia?

Nasce dall’esigenza di liberare e liberarmi di una serie di brani nati allo scopo di esorcizzare alcuni traumi sentimentali e lavorativi. La storia la raccontano le mie canzoni meglio di me, perciò se volete soddisfare questa curiosità ascoltatevi il disco… dura solo 41 minuti.

3. Bene, ma il problema di ogni giovane artista è la produzione e la promozione dell’album, giusto? Perché ti sei rivolto a Musicraiser per farlo? E come ne sei venuto a conoscenza?

Sinceramente credo che il vero problema di ogni artista, prima ancora che un problema economico, sia quello di intercettare il suo pubblico potenziale e trovare una figura che lo aiuti in questo senso, che sia un produttore o un manager o un editore, poco importa. La produzione e la promozione vengono dopo e, dato che ci troviamo in un momento storico in cui è più la gente che fa i dischi di quella che li compra, scoraggiando così i produttori a rischiare su progetti nuovi, ricorrere al crowdfunding può essere una valida alternativa per formare un capitale iniziale.
Quando mi sono rivolto a Music Raiser questa piattaforma aveva ancora pochi mesi di vita e c’era un mio amico, il cantautore Fabio De Matteis, che aveva appena raccolto una somma per ingaggiare l’ufficio stampa per il suo primo album, così ho deciso di fare la stessa cosa.

4. Per la tua campagna di raccolta hai chiesto 1.000 euro e ne hai ricevuti ben 1.225 da 60 “piccoli produttori”, come tu stesso gli hai definiti. Hai avuto delle difficoltà nel farlo? Ti sei fatto aiutare da qualcuno per la campagna?

Nessuna difficoltà, si tratta di un’operazione da svolgere con impegno e costanza nell’arco di qualche mese. Per ogni campagna c’è un tutor che ti segue, fa report continui e ti dà dei consigli su come ottenere i risultati migliori. Ed effettivamente, se dai retta a loro, la campagna funziona.

5. Quali sono i suggerimenti che ti senti di dare ai nuovi artisti in primis? E in particolare a quelli che vogliono ricorrere al crowdfunding?

Mi stai dicendo che sono affermato o che sono vecchio? Visto che non sono ancora affermato temo per la seconda ipotesi.
Posso solo dire che facendo crowdfunding ci si trova ad affrontare tutti quegli aspetti legati alla creazione dell’immagine e al suo confezionamento: in una parola, la “comunicazione”. Chi fa musica tende spesso a sottovalutare questo aspetto, forse perché fino ad ora è sempre stato delegato ad altre figure professionali, quindi è un “problema” nuovo.

6. Spesso diciamo che questo non sia un mondo fatto per chi si vuole fare da solo senza avere qualche “big” alle spalle con il quale crescere. Credi che in futuro il Crowdfunding possa diventare una valida alternativa alle case discografiche e una vera speranza per gli artisti?

Premesso che abbia più senso parlare di “big” per i circuiti mainstream e non per quelli indipendenti, penso che il crowdfunding sia già diventata una valida alternativa, basti vedere i nomi che hanno fatto o stanno facendo la campagna su Music Raiser: in mezzo a dei veri e propri esordienti ci sono artisti di spicco che magari non hanno tanto un reale bisogno di raccogliere fondi quanto di tenere aggiornati i loro fan sullo “stato dei lavori”, e coinvolgerli economicamente in cambio di oggetti, servizi o anteprime può essere un modo intelligente per coinvolgerli e rafforzare il loro sostegno. Spesso sono le stesse case discografiche a suggerire questo genere di strategia.

7. Quali progetti hai per il futuro?

Comprare una vespa, un giradischi e una macchinetta per cuocere il riso, poi mollare tutti questi beni e andare a camminare sul Gran Sasso.

8. Una parola per definire il Crowdfunding?

Una strategia promozionale travestita da colletta


 

Per info o contatti:
www.matteofiorino.it
Disponibile anche su
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La fotografia di copertina è stata scattata da Futura Tittaferrante.

Informazioni su Giovanni Cicala 20 Articoli
Appassionato di tecnologia, innovazione, comunicazione e teatro. Durante il suo percorso professionale decide di dedicare le sue attenzioni al Crowdfunding e alle potenzialità che lo strumento offre per rilanciare l’attività imprenditoriale del nostro Paese.