
Lo Stato investe appena lo 1.6% del totale del bilancio in Cultura. E’ un dato scandaloso che non consente alla cultura italiana di crescere. I soldi bastano a malapena a conservare i pezzi più belli che, spesso, come nel caso di Pompei, cadono a pezzi ugualmente.
Parole dure ma genuine scaturiscono dalla voce di chi della conservazione e della promozione delle eccellenze culturali del Bel Paese si è fatta portavoce. Emanuela Negro Ferrero, Founder & CEO di Innamorati della Cultura, ci racconta della prima piattaforma di Crowdfunding Reward Based italiana dedicata unicamente alla promozione della cultura.
Torino è la seconda città dell’Innovazione a livello Europeo, pensi possa essere il “motore innovativo d’Italia”?
Torino sta svolgendo da anni un grande lavoro per riconvertire la città da polo industriale automobilistico a polo tecnologico e culturale. Sono stati fatti grandissimi investimenti e ormai i luoghi dove cresce l’innovazione si moltiplicano a vista d’occhio: incubatori, acceleratori, co-working, FabLab. Le idee in Italia non mancano. Torino oggi è un aggregatore di cervelli che, comunque, vista la bassissima propensione italiana a finanziare, continueranno a rivolgersi all’estero per poter crescere. Mi sento di dire che più che motore di innovazione al momento Torino assolve bene al ruolo iniziale di incubazione delle idee.
Innamorati della Cultura nasce nel “lontano” 2014. Cosa è cambiato dal lancio, cosa sta cambiando adesso e cosa pensi possa cambiare nel futuro del Crowdfunding italiano?
In Italia chiedere di finanziare un portale di crowdfunding è un’impresa praticamente impossibile. Innamorati della Cultura ha lavorato bene e con le sue forze, centrando un bisogno che, proprio a causa della mancanza di fondi pubblici, è sempre più urgente. I soldi per la cultura non ci sono e i pochi che ci sono difficilmente sostengo le realtà piccole e medie. Due anni di lavoro ci hanno permesso di capire come funziona il crowdfunding in Italia, come gestire la piattaforma, in che modo comunicare con il pubblico e, fattore essenziale , come lavorare con i progettisti. La mancanza di informazione e di digitalizzazione ha reso tutto molto più complicato ma siamo fiduciosi che, grazie al lavoro congiunto di tutti gli operatori del settore, anche in Italia il crowdfunding diventi un comportamento acquisito.
Cultura e Folla. Ci vuoi raccontare dell’approccio e dell’apporto che l’una ha sull’altra?
L’Italia è da sempre culla di cultura e non mancano certo i progetti da proporre. Quello che manca è il metodo. Fortunatamente i casi di successo si stanno moltiplicando e la conoscenza dei meccanismi di raccolta si sta diffondendo sempre più. Questo grazie soprattutto alla folla. Non possiamo dimenticare che chi ha il vero potere di far avere successo ad una campagna è la folla. Che va coinvolta, entusiasmata, ricompensata. Campagne noiose, afone, egocentriche non raccolgono consenso per il semplice motivo che non entrano in empatia con la folla.
Come va aiutata la Cultura Italiana e chi può o deve aiutarla?
Lo Stato investe appena lo 1.6% del totale del bilancio in Cultura. E’ un dato scandaloso che non consente alla cultura italiana di crescere. I soldi bastano a malapena a conservare i pezzi più belli che, spesso, come nel caso di Pompei, cadono a pezzi ugualmente. Come ormai per qualsiasi cosa in Italia, il vero aiuto può arrivare dai cittadini. Un portale come il nostro, verticalizzato sulla cultura, ha due funzioni: aiutare chi non ha altri strumenti a finanziare il suo progetto e incentivare la piccola produzione artistica che oggi, proprio grazie alla mancanza di fondi pubblici, non ha ossigeno per esprimersi. Se la campagna va male il progetto rimane in vetrina. Ho molte storie da raccontare di campagne che non hanno raccolto fondi ma hanno trovato sponsor, contratti, occasioni diverse di visibilità.
Parlaci del Proponente medio su Innamorati della Cultura, quali sono le problematiche principali con cui si trovano a dover combattere e come vengono affrontate?
Chi fa cultura non è un esperto di comunicazione e di raccolta fondi. Costruire la campagna a volte è un problema (il video, arg!) ma anche comprendere che non è la piattaforma a raccogliere è difficile da far capire. La nostra soluzione è prestare assistenza. Ascoltare e, se richiesto, guidare.
Chi finanzia i progetti sulla vostra piattaforma?
Ogni progettista ha un suo crowd iniziale a cui attinge. Possono essere fan come nel caso di Davide Ferrario oppure abbonati, come nel caso di Indice dei Libri del Mese. Ma superato lo zoccolo del 20% di crowd interno, chi dona è principalmente donna, istruita, età fra i 35 e i 55 anni.
Quali saranno i prossimi passi di Innamorati della Cultura?
Stiamo lavorando alla nuova piattaforma, multilingua e con maggiore usabilità per il caricamento delle campagne inserendo sezioni “formative” per semplificare e velocizzare il passaggio da caricamento a online.
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