
Considerata la forma primordiale di finanziamenti dal basso, il donation crowdfunding consiste nella tradizionale donazione alla quale non corrisponde un ritorno economico o una ricompensa al donatore.
Poiché ad essa fanno maggiormente ricorso le organizzazioni non profit e quelle di utilità sociale, l’interesse del donatore è insito nella partecipazione alla raccolta di fondi per una causa giusta, reale, tangibile.
Non di rado però, tale forma è stata utilizzata per coadiuvare gli enti locali nella raccolta di denaro necessario al mantenimento di iniziative culturali locali, romanticamente fungendo da “salvatori” e custodi delle tradizioni e della storia dei suoi abitanti, altrimenti destinati solo a ricordare con nostalgia i tempi in cui le manifestazioni culturali erano per loro il vero fulcro della propria identità.
E questo non fa altro che sottolineare l’altissimo valore sociale che il crowdfunding svolge a tutti i livelli della società: non si tratta solo di una mera quanto efficacissima scappatoia alla crisi. Il crowdfunding è motore del riscatto della persona, dei suoi bisogni e delle sue aspettative. Ed è termometro della fantasia di un popolo, che misura la “febbre di idee” che porta con sé.
La filosofia di fondo prevalente del crowdfunding donation-based si esplicita nella raccolta di fondi indipendentemente dal raggiungimento dell’obiettivo effettivamente prefissato; anzi, la logica indurrebbe a non fissarlo troppo alto perché potrebbe scoraggiare i potenziali donatori.
Ma in che modo una organizzazione, un individuo, una comunità di individui si rivolge ad una piattaforma donation based?
Gli approcci che un’organizzazione può adottare nell’affacciarsi a questa tipologia di crowdfunding possono essere molto variegati, come variegate e distinte sono le piattaforme di donation crowdfunding esistenti nel web. Possono però essere individuati degli approcci di fondo, precisamente:
- Un primo approccio, basilare, consiste nel rivolgersi alle piattaforme già esistenti che si ritengono rispondenti alle proprie esigenze, ai propri valori e ai propri obiettivi; non è da sottovalutare inoltre il posizionamento geografico, poiché è possibile riscontrare che alcune piattaforme sono maggiormente attive nel luogo in cui nascono e questo, per una causa sociale che spesso ha il proposito di rivolgersi ad un determinato territorio, non è da sottovalutare, ma bensì diventa una opportunità
- Altro approccio può consistere nel rivolgersi a piattaforme senza una particolare connotazione, generalista, magari rivolgendosi alle più rinomate
- Senza ricorrere a piattaforme di alcun tipo, è possibile autopromuoversi attraverso il proprio sito. È una scelta che va ponderata molto attentamente perché se non esiste un engagement particolarmente forte è possibile che la raccolta fallisca nonostante sia supportata da un nome molto forte, perché vi sarebbe mancanza di vera condivisione, la quale non fidelizza e non spinge il donatore a supportare la causa;
- Possibile sviluppare una propria piattaforma autonoma tramite il ricorso a piattaforme whitelabel, interamente progettate da sviluppatori esterni ed adattabili alle proprie esigenze e all’iniziativa intrapresa. Si richiedono però appropriate conoscenze informatiche.
Dal lato delle piattaforme invece, e prendendo spunto dal punto 4, possiamo prendere la palla al balzo per affrontare una delle problematiche più importanti che ogni piattaforma di tale tipo si trova necessariamente ad affrontare: la scelta, l’utilizzo o lo sviluppo della tecnologia più adeguata per la raccolta, la gestione e l’erogazione dei fondi, poiché rappresentano gli elementi discriminanti che possono fare da leva all’aumento della raccolta online.
Le piattaforme donation-based possono a loro discrezione fare una selezione delle iniziative da ospitare oppure semplicemente essere un tramite neutro senza applicare dei filtri particolari. È rilevante però, affinché possano raggiungere un’utenza più vasta, che al substrato tecnologico sia affiancato anzitutto un buon posizionamento di valore; e conseguentemente, un coinvolgimento adeguato degli utenti.
A seconda delle piattaforme, può essere richiesta una tassa d’iscrizione o alternativamente (ed è la pratica più diffusa) può essere applicata una commissione finale sulla donazione a cui normalmente si aggiungono le commissioni bancarie. Con il tempo, i costi che l’utilizzo di tale tecnologie comportano si sono drasticamente ridotti e una delle più diffuse è senz’altro l’arcinota PayPal.
Tali piattaforme incassano mediamente fra il 5% e il 10% del totale donato. La donazione mediamente si attesta sui 15 euro; un dato che emerge di continuo è che il donatore medio è di sesso maschile, con un’età media che varia fra i 30 e i 40 anni e con un forte background informatico ed un elevato grado di istruzione, oltre che web oriented.
Salve, io mi sono già persa….quindi se fossi alla ricerca di donazione per associazione no profit che si occupa principalmente di cani e gatti che iter dovrei seguire? Grazie!