
Il motivo per cui il Crowdfunding DIY piace sempre di più, soprattutto alle nuove start-up, è che rappresenta un metodo alternativo di finanziamento. Ultimamente infatti è entrato nella “Top Funding Sources” per volume di affari, dopo Venture Capital, Angel Investors e Banche.
Dobbiamo però non dimenticarci che il successo di una campagna è determinato da una serie di fattori e regole non sempre facili da intuire e da applicare.
Scegliere la piattaforma giusta è un passo molto importante per il successo del proprio progetto di Crowdfunding.
Le piattaforme di Crowdfunding possono essere raggruppate in tre categorie: Piattaforme specializzate, Piattaforme Specifiche, Piattaforme Generali. [Le piattaforme specializzate accolgono progetti relativi ad uno specifico settore: arte, musica, editoria, games e così via. Le piattaforme specifiche abbracciano diversi settori, ma si focalizzano su una dimensione specifica, ad esempio progetti creativi, ad elevato impatto tecnologico o ambientale. Infine, le piattaforme generali o generaliste accolgono qualsiasi tipologia di progetto, non distinguendo tra il settore di riferimento o le caratteristiche intrinseche del progetto – ndr] Ognuna ha delle proprie regole, linee-guida, restrizioni ma la cosa che hanno in comune è il fare da intermediario tra coloro che hanno un progetto e i coloro che possono sostenerlo.
Ma c’è da dire che da qualche anno, si sta sviluppando una nuova forma di Crowdfunding chiamato DIY.
Cos’è il crowdfunding DIY?
Il DIY (Do-it-yourself), che significa letteralmente “fai-da-te”, consiste nel creare una propria campagna personale partendo da zero: si crea cioè un proprio sito web e lo si promuove al pubblico.
Detto anche Crowdfunding Indipendente, sta diventando abbastanza di moda ultimamente, a causa del fatto che molti siti di Crowdfunding stanno restringendo il numero di progetti approvati, modificando le regole e le norme delle loro piattaforme, rendendo di conseguenza non-idonei progetti che magari in precedenza avevano le giuste qualifiche.
Sempre più progetti si trovano le porte delle piattaforme di Crowdfunding sbarrate, e sono costretti a ricorrere al Crowdfunding indipendente.
Dopo il successo di Lockitron – un sistema che permette di chiudere o aprire le porte a distanza dal tuo smartphone – molte persone sono fiduciose di poter raccogliere fondi da soli, anche senza l’ausilio di un portale famoso. Lockitron ha raccolto $1,500,000 da solo, pari al 1000% in più rispetto all’obiettivo originale, dopo che uno dei portali leader del Crowdfunding gli ha negato la partecipazione alla loro piattaforma.
Questo metodo è un po’ più complesso. Occorre, infatti, essere abbastanza tecnologici, avere conoscenze SEO e di marketing, studiare e creare un modo per indirizzare il traffico verso il sito web e, cosa molto importante, mantenere quel traffico. Il sito web dovrà essere sempre aggiornato, deve avere contenuti interessanti per gli utenti, ed essere in grado di collezionare le informazioni in maniera appropriata. Non c’è niente di peggio del non riuscire a gestire i fondi in maniera corretta, o soffrire di qualche mancanza a causa di problemi al sito.
I pro:
- Si può personalizzare al 100%, amministrare senza restrizioni, e non ci sono categorie proibite
- Si evita la commissione da dare al portale intermediario (dal 4% al 10%)
- Si possono effettuare campagne più lunghe
I contro:
- Meno esposizione (il marketing è tutto sulle proprie spalle)
- Investitori meno accessibili e credibili
- Eventuali difficoltà nella creazione di landing page e nella gestione dei pagamenti
- Problemi tecnici da dover risolvere da soli
Come iniziare ad utilizzare il crowdfunding DIY?
Grazie a SelfStarter, che insieme a GitHub, permette di scaricare i codici iniziali necessari per creare il sito che ti serve. Per coloro invece che non sono molto tecnologici, ci sono altri strumenti. Crowdhoster, ad esempio, è una piattaforma senza codici creata per il Crowdfunding indipendente (chiamato anche custom-based) e adatta a coloro che vogliono creare semplici campagne, con ricompense di vario livello e gestire i pagamenti autonomamente. I codici disponibili su GitHub permettono pagamenti solo via Amazon, mentre il sistema di pagamenti di Crowdhoster è molto più automatizzato. Attraverso grafiche personalizzate e molte funzioni disponibili, gestire e creare una campagna da solo è molto facile
Anche IgnitionDeck è una piattaforma molto utile, che si basa su WordPress, permettendoti di creare campagne di Crowdfunding dal sito WordPress. Ti viene fornito un pannello amministratore molto dettagliato, con tutte le funzioni behind-the-scene e le statistiche necessarie. Include inoltre la funzione eNewsletter attraverso MailChimp e Aweber. È necessario però pagare $59 per l’utilizzo dei plug-in.
non occorre utilizzare per forza delle piattaforme né pagare delle fee, basta creare una pagina web anche di quelle gratuite offerte da molti servizi online ed aggiungere un pulsante di donazione di PayPal o i dati per effettuare un bonifico anche su una semplice carta prepagata con IBAN
Ciao Gaetano! Assolutamente vero ciò che dici, è possibile costruire una campagna di crowdfunding in totale autonomia, senza ricorrere ai servizi offerti da una specifica piattaforma. Tuttavia è importante sottolineare che una decisione in tal senso richiede diverse competenze e capacità di attrazione delle folle. Le piattaforme offrono comunque visibilità al progetto e sono in grado di portarlo all’attenzione delle loro community, aumentando sicuramente le possibilità di raggiungere l’obiettivo monetario. Il DIY Crowdfunding può rivelarsi utile magari per quei proponenti che già dispongono, o hanno la capacità di disporre, di un buon bacino di utenti disposti a seguire la campagna e a sostenerla.
Buonasera
Mi piacerebbe a distanza di quasi un anno che questo articolo fosse aggiornato all’ “attuale”. Mi piacerebbe mettere su una piattaforma per il crowdfunding, nulla di concorrenziale con Kickstarter, ma in piccolo “sposare” dei progetti e farli crescere tramite Crowdfunding. Leggendo anche i commenti qualcuno a suo tempo consigliava Paypal come base per la raccolta fondi, ma ad oggi non è più praticabile questa possibilità per un cambiamento delle politiche del colosso dei pagamenti online riguardo ai crowdfunding. WordPress mette a disposizione un po’ di temi per creare piattaforme del genere ma dal punto di vista finanziario (come gestione dei fondi raccolti) chi può venire incontro a questo tipo di progetti? Vi ringrazio in anticipo se vorrete dare una risposta a questa mia domanda.
Ciao Lucia,
sono capitato in questo articolo un po’ “datato” ma comunque di grande attualità.
Una domanda: ma non necessitano permessi di un certo genere per fare crowdfunding?
Mi pare che consob sia molto rigida a riguardo…